The Toronto Star , 16 giugno 2001 |
Femministe clandestine combattono la tirannia dei Talebani
Michele Landsberg
LIFE COLUMNIST
IMMAGINA una donna, avvolta dalla testa ai piedi nel suo burqa blu, che scruta il mondo attraverso una piccola maschera a rete sui suoi occhi. Fa caldo dentro il burqa, soffocante, ed è difficile camminare senza incespicare.
Per tutto il tempo che lo indossi, mi racconta Treena - è un'esile giovane donna afgana in abiti del ventesimo secolo, seduta al ristorante di un hotel di Toronto - per tutto il tempo che lo indossi, devi pensare solo ad occuparti di quello, nascondere le mani, non sbattere nelle cose.
Immagina una donna, imbacuccata e impedita in quel modo, che nasconde una videocamera di contrabbando dietro il suo burqa in mezzo alla folla vociante in uno stadio di Kabul, dove un' "adultera" sta per essere brutalmente giustiziata. La donna con la videocamera è un membro segreto di RAWA, l'Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell'Afganistan. Non ha mai tenuto una cinepresa prima, e potrebbe essere uccisa per quello che sta facendo, ma è determinata a registrare la gravissima violazione dei diritti umani commessa dagli assassini che comandano il suo paese. (Il film che ne risulta sarà trasmesso ad una conferenza a Toronto la prossima settimana).
I fatti dell'Afganistan fanno venire alla mente alcuni film dell'orrore post-nucleare: una capitale ridotta in macerie, bambini che muoiono di freddo e di fame, cani randagi che rovistano tra le rovine e strappano i cadaveri, semi-analfabeti prepotenti al potere - una sorta di gang di integralisti - che a loro capriccio attaccano e picchiano i civili che cercano di farsi piccini. Soprattutto le donne, ovviamente.
È il pese al mondo con il terreno più pesantemente minato, la gente muore di fame e mangia erba e foraggio da bestiame, e le donne sono state spogliate di ogni minima vestigia di speranza, diritti umani e dignità, ma poche nazioni sembrano interessarsi. Gli Stati Uniti si crucciano solo della presenza laggiù del loro attuale cattivo preferito, il terrorista Osama bin Laden.
Nel frattempo, negli ultimi mesi, i Talebani hanno ordinato agli Indù e agli altri non-musulmani di indossare distintivi gialli, e alle donne straniere che lavorano nelle azioni di soccorso di non guidare auto (è contro l'Islam, dicono).
Le donne sono il principale oggetto della furia dei Talebani. Non è concesso loro di lavorare, di frequentare la scuola (prima dei Talebani il 40% dei dottori e il 70% degli insegnanti erano donne), di mostrare un millimetro di caviglia, di ridere per la strada, di uscire senza un "guardiano" maschio.
Ciononostante, sempre di più, escono.
Questo non perché i Talebani stanno diventando più civili. "No, la mentalità dei Talebani non cambierà mai" dice Treena. "Ma le donne, sempre di più, stanno facendo resistenza, e i Talebani non possono controllare questa disobbedienza". Nonostante la paura, la fame, la disperazione e la claustrofobia abbiano condotto molte donne al suicidio, ne hanno condotte altre a lottare contro, come la donna che si è fatta testimone di un omicidio con la sua videocamera nascosta.
Treena, una minuta e incantevole giovane donna nata in Afganistan ora vive in Pakistan e lavora a tempo pieno per RAWA. È scivolata attraverso il confine ed è tornata nel suo paese natale, soffocata in un burqa, col desiderio di poterselo strappare di dosso e gettarlo in faccia ai Talebani oppressori. Ma, a dispetto della situazione estrema Treena (un nome di battaglia) parla sollecitamente e con misura.
È a Toronto per poco tempo, per partecipare alla conferenza di Anima del 21-24 giugno su "l'anima del femminile", organizzata al Victoria College dal Catherine Collective. Parteciperanno artisti, analisti e leader spirituali di molte religioni. Treena sarà lì per parlare del lavoro svolto da RAWA - la sola organizzazione femminista in Afganistan, devota a "libertà, democrazia e diritti delle donne".
Per 23 anni, RAWA ha fatto resistenza alla tirannia, prima dei Sovietici, poi di una varietà di regimi fondamentalisti. Organizza migliaia di classi clandestine per ragazze, unità sanitarie mobili, workshops dove le donne possono guadagnarsi da vivere fabbricando tappeti e ricami, dedicandosi anche all'educazione politica e sociale.
RAWA necessita disperatamente di aiuti finanziari. Le donne canadesi vogliono disperatamente aiutare.
Boicottaggi, sanzioni e petizioni via Internet esulano dalla questione: i Talebani disprezzano tutti. Quel che serve è pressione sugli Stati Uniti e i suoi alleati produttori di petrolio perché smettano di consolidare il potere dei Talebani con la vendita di armi e gli aiuti finanziari che si riversano attraverso il Pakistan e l'Arabia Saudita. Puoi aiutare le donne afgane facendo donazioni al Catherine Collective, che le trasmetterà direttamente a RAWA. Ascolta la conferenza al sito http://www.catherinecoll.com o chiamando il 416-462-1219. Per saperne di più su RAWA leggi le ammirevoli storie in prima persona in "Women Of The Afghan War", un libro prezioso dell'attivista di Toronto Deb Ellis. E visita il sito web di RAWA http://www.rawa.org, per avere informazioni e venire a conoscenza di storie che non dobbiamo ignorare.
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