Un ex-comandante sovietico rivela il patto segreto di Masoud
The News International, 17 maggio 2001
RELAZIONE DELL'UFFICIO STAMPAPESHAWAR: Il Generale Gramov, comandante dell'ex-esercito sovietico di occupazione dell'Afghanistan, ha rivelato che l'attuale leader della Northern Alliance in Afghanistan, Ahmad Shah Masoud, ha stipulato un accordo con Mosca per garantire il passaggio sicuro delle truppe dell'ex-USSR attraverso le valli di Salang e Panjsher durante la jihad afgana.
Secondo il giornalista afgano Sami Yusafzai, il Generale Gramov, nel suo libro "Soviet Army in Afghanistan" ("L'Esercito Sovietico in Afghanistan") ha parlato di molti fatti relativi al coinvolgimento decennale dell'Unione Sovietica e del movimento di resistenza afgano.
Egli rivela che quando le prime truppe sovietiche hanno lasciato via terra la frontiera di Afghan-Uzbek in direzione di Kabul nel 1980, i sovietici temevano che il passaggio dell'esercito attraverso la valle di Salang e attraverso le alte montagne della valle di Panjsher che erano vigilate dai mujahideen di Ahmad Shah Masoud non era solo difficile, ma praticamente impossibile da praticare. L'esercito del famoso comandante Jihadi, Ahmad Shah Masoud, ha sostenuto Gramov, avrebbe potuto trasformare la zona in un cimitero per le truppe sovietiche solo gettando pietre dalle cime delle montagne.
In quel periodo cruciale, Gramov ha detto che allora il capo Khad Dr. Najibullah ha agito in modo molto astuto contattando Ahmad Shah Masoud che ha chiesto di parlare direttamente con i russi. Il Generale Sovietico sostiene che questi hanno incontrato immediatamente Masoud e che hanno firmato un accordo con lui che garantisse un passaggio sicuro dell'esercito russo attraverso le pericolose vallate di Salang e Panjsher e quindi in direzione dell'Afghanistan meridionale, centrale e orientale.
Il Generale Gramov dice che in cambio Ahmad Shah Masoud ha continuato a godere dell'assistenza russa. Egli sostiene che Masoud talvolta simulava delle schermaglie false con i russi per allontanare i sospetti sulle sue attività da parte di altri gruppi di mujahideen. Egli dice che i Sovietivi temevano che potesse usare l'accordo per vantaggi disonesti, tuttavia ha sempre rispettato l'accordo evitando di creare problemi all'esercito russo fino alla sua ritirata nel 1998.
Gramov dice che le differenze fra Ahmad Shah Masoud e Gulbuddin Hikmatyar risalivano ai tempi in cui entrambi frequentavano la facoltà di ingegneria presso l'Università di Kabul, quando erano entrambi membri di un'organizzazione di studenti islamici. Egli sostiene che oltre ad essere un comandante militare di alto livello che non stava mai per due giorni interi nello stesso posto, Masoud aveva anche una mentalità politica.
Gramov sostiene ancora che gli Afgani di lingua persiana, considerano Masoud come loro leader ed eroe. Egli dice che i lavori di estrazione e le esportazioni delle pietre preziose di Panjsher, costituiscono la principale fonte di reddito per Masoud. Egli sostiene che Masoud aveva collegamenti speciali con la Francia, dove la stampa lo ha aiutato ad acquisire una fama mondiale. Gramov dice che Masoud conduce una vita nel pieno rispetto dei principi islamici ma secondo quanto riportato dai russi pare che bevesse liquori in compagnia dei suoi amici più stretti.
Inoltre, Gramov sostiene che da un lato Masoud aveva stipulato un accordo con i russi per un passaggio sicuro attraverso il passo di Salang e dall'altro lato il suo consiglio militare di Shura-i-Nazar combatteva contro i russi su molti fronti dell'Afghanistan setttentrionale, uccidendo molti soldati russi.
Il Generale Gramov ha detto che in caso di tempi difficili il suo esercito poteva contattare i mujahideen dell'Afghanistan settentrionale e aprire una trattativa basata sulla logica del dare e prendere. Tuttavia, egli sostiene che nell'Afghanistan orientale e meridionale dove i Pukhtun erano la maggioranza, questo tipo di incidenti era raro.
Gramov dice che l'invasione russa dell'Afghanistan è stata un grosso errore che ha portato alla disintegrazione dell'Unione Sovietica.
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