The Guardian (UK), 7 MARZO 2002 |
Il Burqa, ancora un simbolo di paura
Scritto da Mariam Rawi in Afganistan
Il New York Times ha pubblicato sul numero del 19 Novembre un articolo intitolato "Dietro al Burqa", raccontando la storia di una 56enne vedova afgana, analfabeta e con otto figli a carico.
L'articolo parlava della sua "liberazione" dal regime oppressivo dei Talebani, e chiudeva con un: "Almeno ora e' libera di chiedere la carita".
Questa e' la "liberazione" di cui hanno beneficiato le donne afgane dalla disfatta del governo talebano. Persino a Kabul, dove sono districati ben 4000 soldati delle forze di sicurezza internazionali, le donne hanno goduto solo di lievi miglioramenti nella concessione dei loro diritti, dall'avvento del governo ad interim.
L'Occidente puo' anche considerare i membri dell'Alleanza del Nord quali giusti sostituti dei Talebani, ma le donne afgane non la vedono in questo modo. Essi infatti, dopo aver invaso Kabul e altre citta' limitrofe nel 1992, si sono fatti coinvolgere in una scia di omicidi, stupri, saccheggi e torture, prendendo di mira uomini e donne tra i 7 e i 70 anni. Hanno ucciso piu' di 50,000 persone nella sola Kabul tra il 1992 ed il 1996.
Noi alla Rawa, l'Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afgane, non crediamo che negli anni siano cambiati.
Ancora oggi infatti riceviamo segnalazioni di stupri, saccheggi e barbarie nel paese. Coloro che hanno proclamato la liberazione delle donne, hanno parlato troppo presto.
La paura diffusa dell'Alleanza ha portato pochissime donne a togliersi il Burqa. Centinaia di migliaia di bambine non possono ancora andare a scuola a causa di indigenza, mancanza di sicurezza, e delle conseguenze portate una decade di oppressione fondamentalista. La riluttanza della comunita' mondiale di dispiegare un'effettiva forza di pace in Afganistan che possa dare la possibilita' alla gente di eleggere un governo in un'atmosfera tranquilla e in cui non vi siano armi di fondamentalisti, rappresenta un ostacolo per noi.
Senza una pace duratura e un governo legittimo, le donne non saranno mai libere.
L'Occidente deve capire che gli afgani giudicano l'Alleanza ancora piu' vile dei Talebani. La storia non deve ripetersi. Il diritto di bruciare il burqa o di andare a scuola non e' qualcosa di cui andare fieri. Le donne afgane sono a conoscenza del fatto che la strada che porta all'emancipazione delle donne in un paese e' ancora lunga. Esse devono infatti combattere contro inumani atti di misogenia, di solito classificati sotto il nome di "tradizione" o "religione".
Le vite delle nostre madri si sono perse nell'oscurita', in condizioni disperate e dolorose. Noi dovremmo essere abbastanza da fiduciose da cambiare tutto cio' che le nostre madri hanno vissuto - se non per questa generazione, almeno per quella che verra'.
Mariam Rawi, membro della Rawa, scrive sotto pseudonimo |